
PERCORSI ONCOLOGICI LIGURI-PIEMONTESI: LA FASE AVANZATA DELLE PAZIENTI HR+
Il carcinoma mammario continua a rappresentare la neoplasia femminile a più elevata incidenza; il tasso di curabilità è molto elevato grazie alla possibilità di applicare farmaci molto attivi in fase precoce.
E’ ormai chiaro che si tratta di una “famiglia” di neoplasie molto diverse tra di loro per caratteristiche biomolecolari e comportamento clinico. Si stanno moltiplicando gli studi di caratterizzazione biologica con l’individuazione delle mutazioni geniche caratteristiche di ogni singolo caso e con i “profili di espressione genica”, che hanno permesso di definire vari sottotipi . Questi profili di espressione genica possono già trovare un impiego pratico per la definizione dei casi da trattare con chemioterapia, in relazione al rischio individuale e alla sensibilità alla chemioterapia stessa. E’ ormai fattibile anche il monitoraggio dell’andamento della malattia con analisi condotte sul sangue periferico (la cosidetta biopsia liquida), che misurano l’andamento delle cellule tumorali circolanti o del DNA tumorale in relazione alle terapie adottate.
E’ questo un periodo caratterizzato dallo sviluppo di molti nuovi farmaci per il carcinoma mammario : centinaia di sperimentazioni sono in corso. Infatti, le maggiori conoscenze sulla biologia molecolare della cellula neoplastica hanno portato alla individuazione di specifici difetti e nuove molecole sono studiate in relazione alla loro possibilità di correggere quegli specifici difetti (“target therapy”). Poiché la resistenza ai sistemi di controllo della crescita neoplastica già identificati (ad esempio HER2 e Recettori per gli Ormoni Estrogeni) si realizza fondamentalmente per due ragioni: iperattivazione di vie alternative oppure iperattivazione di tappe a valle del blocco operato da primo farmaco, molti di questi nuovi farmaci in studio hanno come target queste specifiche alterazioni (spesso diverse da tumore a tumore). Poi, altri filoni di ricerca riguardano il controllo delle cellule staminali del tumore (una minoranza con caratteristiche specifiche ed in grado di rifornire la massa) e l’impiego dei nuovi agenti che stimolano selettivamente l’immunità antitumorale.
L’impiego razionale di queste risorse terapeutiche (anche in relazione ai costi, ai profili di tossicità e alle preferenze delle pazienti) sarà oggetto principale del meeting, a partire dai quadri clinici maggiormente rappresentati nella realtà.